mercoledì 15 maggio 2019

QUANTE DONNE SONO INFELICI? QUANTE SI SONO FATTE FREGARE?


Stamattina,mi è saltato sotto gli occhi questo articolo molto “censurabile“,di quelli che piacciono a me,pieno zeppo di cose che non si possono più dire per non urtare la sensibilità di qualcuno,ma le cui idee andrebbero invece urlate col megafono,in modo da far svegliare un bel po’ di noi nei tempi giusti:


l’autrice esorta le ragazze giovani a non posticipare sempre la ricerca (che può essere vista come un vero e proprio investimento,il più importante della vita,se mi è concesso dirlo) dell’uomo per la vita,di quello con cui costruire qualcosa di duraturo (e possibilmente di definitivo);si legge:

Care ragazze,ammettetelo:non volete soltanto una carriera,volete anche una famiglia. Nessuno ve l’ha detto forse,perché in tempi di emancipazione femminile parlare di figli e matrimonio non è chic. O forse ancora non ci pensate,giovani come siete. Ma è il caso di pensarci presto,perché altrimenti rischiate di trovarvi sole e tristi.

Parole politicamente scorrette e che non si possono più dire,parole che invece ogni donna dovrebbe dire alle proprie figlie/amiche/conoscenti,parole che forse sarebbero riuscite ad evitare stuoli di donne infelici e sole,stuoli di donne tra i 30 – 35 ed i 40 (e pure oltre) carine,intelligenti,simpatiche,emancipate,indipendenti (ho dimenticato qualcosa?) che però,loro malgrado,dopo decine e decine di relazioncine collezionate più o meno dai 15 anni in poi, si trovano a fare i conti con la solitudine,con il senso di vuoto e di inutiltà,magari nei loro bei monolocali con l’aria condizionata.
Com’è che siamo finite così? Com’è che le donne sono diventate così sole,così infelici?
Chi le ha convinte che sarebbero bastate a se stesse e che un lavoretto,2 aperitivi settimanali con le amiche e 3 gatti avrebbero risolto tutta la loro vita? E,soprattutto,perché? 
Di amiche finite così ne ho un bel po’ e mi piace sempre analizzare le loro vite,cosa è successo,cosa hanno combinato e l’errore che mi balza agli occhi è sempre questo (unito anche ad altri che menzionerò dopo):pensare che le possibilità siano sempre illimitate,pensare di avere tutta la vita davanti per trovare di meglio (ok,la vita davanti ce l’hai,però,se il tuo scopo è quello di un rapporto duraturo,di una famiglia solida e di un futuro a 2,non puoi certamente pensare di trovare un uomo a 45 anni!),credere che debbano sempre prima “realizzare se stesse” (che poi,il più delle volte,significa finire a fare la commessa a 900 euro mensili anche il sabato e la notte di Natale e cioè la schiava di un datore di lavoro che non esiterebbe a farti fuori e a rimpiazzarti con la 20enne sola che si accontenta anche di metà stipendio),nonché di dover vedere fallire prima 87 relazioni x poter,forse,poi svegliarsi una mattina (magari a 35 anni) e pensare che sarebbe anche ora di mettere mano alla propria vita privata. Purtroppo,però,le stelline luminose ed il futuro illimitato (ahimè) hanno vita breve e il sapore dei 20 anni non è esattamente quello dei 35;men che meno dei 40. Quante donne rimaste sole perché hanno investito tutto e solo sulla cosiddetta realizzazione di se stesse conosciamo? Io abbastanza. Abbastanza per capire che si sono focalizzate sull’obiettivo sbagliato. E lo capisco dai loro sguardi senza speranza,dalle cose che scrivono,che dicono,dall’atteggiamento di sfiducia che hanno,dal senso di vuoto insignificante che manifestano,dal loro continuo cercare un po’ di euforia (data solo da una bella scorpacciata momentanea di neurotrasmettitori) in divertimenti effimeri (e che lasciano un vuoto ancora più enorme il giorno dopo) e solite serate tutte al femminile (posso dire quello che penso davvero? le serate migliori della mia vita sono state quelle trascorse con un uomo,con il “totalmente diverso” che tanto ci attira e ci incuriosisce e non con le amiche a lamentarci)… Pensare di poter basare la propria vita investendo solo su un lavoro (che poi,ripeto,il 90% delle volte,non è neanche questo granché),pensare di poter escludere l’amore,la coppia (perché tanto non esiste più e cavolate varie dettate solo dal proprio atteggiamento spesso sbagliato),pensare che il progetto di una famiglia possa essere sempre rimandato dopo qualsiasi altra cosa è dannoso,è sbagliato e controproducente;tutte le persone che lo hanno fatto e non si sono corrette in tempo sono sotto i miei occhi e non se la stanno passando un granché bene. Allora,donne,togliamoci queste idee malsane dalla testa:tutte dobbiamo fare i conti con questa cosa,non esiste persona (neanche uomo) che non senta questa esigenza di condivisione,di coppia,non esiste persona che non abbia bisogno di credere in qualcosa e che quella persona ci sarà anche domani;e dopodomani.
La mia visione molto “traditional” dei ruoli di genere è sicuramente mal vista da parecchi (diciamo una quantità che si aggira intorno al 99% di quelli che conosco
J),però io continuo a credere che essa racchiuda una grande verità… che ora dirò,in modo che le femministe vengano a mettermi una bomba sotto casa stesso oggi. Tra tutte le donne in carriera e realizzate/emancipate/indipendenti (mhh… che poi spesso lo siano coi soldi degli ex o di papino pare non essere molto rilevante,ma andiamo avanti) che conosco,forse quasi nessuna è poi veramente riuscita a realizzare da sola (ma proprio sola sola al 100%),cioè come spesso fa un uomo (aggiungiamo un uomo capace,con gli attributi quadrati ecc) il proprio impero,il proprio benessere ed uno status alto;lo status è un attributo prettamente maschile,è un insieme di obiettivi raggiunti con tenacia,con grinta e senza farsi dominare/abbattere mai da niente,emozioni comprese… già,emozioni comprese. E in questo,care donne,noi non siamo granché,ammettiamolo. A me sembra che anni e anni trascorsi ad inseguire tenacemente degli obiettivi senza arrendersi mai,senza farsi dominare da niente,come dei treni in corsa siano stati prerogativa di molti uomini che conosco… Perché a noi l’emotività ci frega,le emozioni (che spesso ci dominano),le paure (tra cui quella di non essere amate da nessuno,si può dire?),l’istinto di creare il “nido”,di condividere… E’ questo che ci domina. Ecco perché poi,alla fine,di tutti gli anni eventualmente spesi pure ad investire tutto su un lavoro,ci resta in mano un bel pugno di mosche e difficilmente il Nobel x l’astrofisica;x l’uomo,le cose vanno in modo un pochino diverso:dai 20 ai 30 anni (parlo sempre di uomini di un certo tipo,non dei rammolliti invertebrati che lavano bicchieri al bar perché non vogliono fare altro),è un treno in corsa che non si ferma mai,perché costruisce il suo status;l’orologio biologico non ce l’ha (e hai detto niente!),non gli prende l’ansia x non aver trovato ancora con chi condividere la sua vita (avrà modo di farlo appena si vedrà abbastanza vicino alla cima del monte che sta scalando) e il suo successo sarà evidente e palese quando racchiuderà la sua famiglia in una villa a 3 piani in mezzo al verde J Il nostro percorso è tutto l’opposto:il nostro meglio è tra i 20 e i 25 (ok,30 ce lo concediamo,ma è il limite massimo),periodo in cui lavorare per l’investimento migliore che possiamo fare:l’amore della vita,quello con cui costruire qualcosa di solido,di definitivo (e non di momentaneo:gli amori con la data di scadenza non piacciono a nessuno,non mi convincete),quello a cui lasceremo conoscere tutto di noi stessi. Già… questa è la verità che andrebbe detta e non di aspettare i 40 per investire su un amore. Ricordiamoci,poi,che gli uomini di qualità,quelli che io definisco “quadrati” (ce ne sono pure di “esagonali” J insomma,più lati hanno,meglio è),sono ben evidenti e attirano le donne come api sul miele,quindi difficilmente saranno disponibili e soli a 45 anni (ecco:se un uomo è solo e disponibile dai 45 in poi,iniziate a chiedervi perché:un uomo solido e di qualità,a quell’età,sta tutto beato nella sua suddetta villetta insieme a moglie e figli)…
Procedeno con l’articolo,si legge:

Scrivendo, nero su bianco, che una donna istruita ha bisogno di un uomo istruito, ma che non necessariamente è vero il contrario, Patton afferma implicitamente che l’istruzione rappresenta un handicap nella vita sentimentale di una donna

Altra nota dolente:lo status. Per ora,eviterò di parlarne,perché anche qui le mie idee sono abbastanza estreme e nette… Chi ha capito un po’ del mio pensiero può facilmente immaginare come la veda. Ma noto che l’articolo esprime abbastanza da solo il mio pensiero:

nella sua lettera aperta,dà per assodato che una donna debba per forza aspirare a trovare un partner intelligente quanto lei o più di lei. Mentre,nella medesima missiva,tiene a ricordare che lo stesso principio non vale per gli uomini: «Il maggiore dei miei figli ha avuto il buon gusto e la fortuna di sposare una sua compagna di classe,ma avrebbe potuto sposare chiunque altro. Gli uomini sposano regolarmente donne che sono più giovani, meno intelligenti,meno istruite. È sorprendente quanto indulgente possa essere un uomo davanti alla mancanza di erudizione di una donna, se lei è bella. Invece le donne intelligenti non possono,né dovrebbero, sposare uomini che non sono almeno loro pari intellettualmente» (il corsivo è mio).
Ed è qui,secondo me, che sta il vero punto della lettera aperta. Scrivendo,nero su bianco,che una donna istruita ha bisogno di un uomo istruito, ma che non necessariamente è vero il contrario, Patton afferma implicitamente che l’istruzione rappresenta un handicap nella vita sentimentale di una donna. Questioni di numeri:se loro, gli uomini istruiti,sono un numero finito e possono scegliere chi più gli aggrada;voi,donne istruite che avete bisogno di loro,siete in una posizione di svantaggio.

E’ ovvio che l’istruzione non c’entri un tubo in tutta questa bella faccenda:nessuno dice che una donna non debba istruirsi (anzi!),nessuno dice che non possa studiare (anzi:forse,se studia un po’ e si informa,inizia a ragionare e a non bersi più tutte le frottole che vogliono propinarci a forza) o che debba solo saper fare il brodo (che pure si deve saper fare),ma solo che debba essere capace di non negare la realtà,con cui dovrà per forza fare i conti:la vitaffettiva non si può insabbiare,né ricordarsi di crearla,all’improvviso,dopo 40 ani trascorsi a fare tutt’altro. E’ bene che ricordi pure un’altra cosa:l’età in cui è appetibile è dai 20 ai 25 – 27… dopo di che,le cose cambiano un bel po’:un uomo non cerca status o dottorati ad Harvard (se ne avete,buon x voi,ma non sortiranno particolari effetti attrattivi sul principe azzurro),ma giovinezza,fertilità,bellezza. E’ la biologia,non potete farci niente:la spinta attrattiva funziona così e quello che attrae noi non attrae loro (logicamente).

Patton però porta il discorso all’estremo. Non tanto perché lei il consiglio lo dà a perfette sconosciute. Quanto perché il suo ragionamento è che, a conti fatti,l’anno migliore per acchiappare marito è il primo anno dell’università. Un uomo può trovarsi partner più giovani,una ragazza non può uscire con giovanotti più giovani di lei,fosse anche di uno o due anni. «Non era il caso di essere più gentili con quei ragazzo quando eravate matricole? Mio figlio,al quarto anno,può uscire con chi vuole».

Amara e dura verità,ma verità allo stato puro. Onestamente,io sono stata la prima a credere in questa cosa:anche a 20 anni (età in cui ho conosciuto il mio attuale marito),proprio non ci pensavo a divertirmi con qualche avventuretta fugace che mi avrebbe lasciato con un pugno di mosche in mano nel giro di 6 mesi (beh,era quello che speravo),perché (lo ammetto!) già speravo che quell’incontro si sarebbe poi trasformato in qualcosa di importante e duraturo:ovviamente,le varie amiche/conoscenti che mi circonda(va)no mi incoraggiavano con frasi del tipo: “Tu credi a Babbo Natale/Tu ti illudi solamente”,però io ho voluto farlo:non ho mai pensato che mi sarebbero servite 87 storie da far andar male per capirci qualcosa,per comprendere di cosa avessi bisogno. Sapevo bene che avrei fatto di tutto per non finire come le tante donne “uomizzate” che già mi circondavano all’epoca e che mi provocavano uno strano senso di orticaria anche a 20 anni,quindi ho voluto rischiare di brutto. Perché poi qui ti fai male veramente. Loro,invece,essendo state particolarmente coraggiose (…),hanno ben pensato di lasciar andare anche uomini positivi e che già promettevano bene all’epoca dei fatti (certe cose si vedono subito,anche se a livello ancora potenziale),per esplorare altri lidi… Peccato che l’esplorazione ancora non sia finita e che le stia portando verso lidi ben poco sicuri… Perché il tempo scorre veloce (e questa è la mia croce:il tempo che non basta mai a nulla) e gli uomini migliori,quelli quadrati,esagonali e dodecagonali finiscono nelle loro belle case confortevoli circondati dall’amore dei loro familiari (oddio… qualcuno che si fa fregare dalle nazifemen ancora c’è e può finire addirittura a dormire in auto perché la scema di turno non ha neanche capito chi ha vicino,ma questo è un altro discorso),quindi non li si trova più disponibili già verso i 34 – 35 anni;dopo questa fascia di età,le cose si complicano parecchio per tutti,anzi molto più per noi donne,che diventiamo sempre meno appetibili;e loro di più.
Insomma,care donne,io lo posso dire perché faccio parte della stessa metà del cielo:smettiamola di farci fregare con questa balla secondo cui dovremmo vivere come gli uomini,inseguendo gli stessi obiettivi e allo stesso modo:è una balla colossale,che ha ingannato tutte (ci hanno provato anche con me,non sapete quante volte) e che tenta di appiattirci,facendoci credere che siamo indistinguibili;siamo opposti (e appositamente complemetari),siamo stati creati per incastrarci come pezzi di un puzzle,siamo mondi paralleli che possono viaggiare nella stessa direzione,ma che non si intersecheranno mai,qualcuno ci ha progettati perché vedessimo nell’altro quello che manca a noi,perché vedessimo nell’altro modi di fare ed affrontare la vita che non saranno mai i nostri;ed è questo il mistero che tanto ci attira nell’altro,questo non comprendere,questo non afferrare mai del tutto,questo continuo voler scoprire…