Ultimamente,poiché
sono sempre molto interessata ai temi etici,mi sto ritrovando sempre + spesso
a leggere dibattiti ed articoli riguardo il “fine vita”,col vago sospetto che
ci sia una volontà sempre > ad eliminare il 1a possibile e senza
troppo rumore le xsone che,con le loro malattie,le loro disabilità e le loro
condizioni fisiche/psichiche,possano farci ricordare che siamo esseri umani
limitati,vulnerabili,diciamo non sempre invincibili come vorremmo;in altri
termini,xsone che po3bbero un attimino farci fermare e riflettere sulla
ineluttabile condizione umana,sulla caducità della nostra vita. Quello della “sofferenza”
è il tema etico che solleva polemiche + di tutti,quello che + è in ° di
scuotere gli animi e le critiche,quello che + riesce a far nascere domande
dentro ogn1 di noi… Da un bel po’ a questa parte,si sta diffondendo sempre + la
teoria del “non ne vale la pena/la sua vita è inutile” nei confronti di xsone
affette da disabilità gravissime e malattie incurabili;gli ultimi casi di
Charlie Gard ed Alfie Evans
hanno fatto il giro del mondo,dividendo l’opinione
pubblica in 2;alla lista,vanno aggiunti i + noti Eluana Englaro (lasciata
morire di fame e di sete),Piergiorgio Welby e Dj Fabo. La domanda da porsi,2° me,è
soltanto una:quand’è che una vita ha valore? Solo quando è sana/produttiva? E
poi,una volta capito questo (ammesso che sia possibile arrivare ad una risposta),chi
è che dovrebbe decidere quale xsona abbia + diritto di un’altra? Esiste qualc1 (che
non sia Dio),posto + in alto degli altri,che abbia il potere di decidere? E
questo potere chi glielo dà? Voglio dire:dove e da chi/cosa va posta la linea
di confine tra il “sì” e il “no”? E ancora:chi ha “diritto” di vivere? Chi + di
un altro? Quali disabilità/difetti/malattie sono accettabili? I casi elencati
sono indubbiamente di xsone ridotte a corpi inermi,corpi completamente
dipendenti da altri,xò… questo vuol dire avere < diritto alla vita? Siamo “autorizzati”
a vivere solo se in ° di agire/pensare/camminare,insomma,di essere produttivi? Siamo
al cogito ergo sum (ergo,solo chi cogita può/deve vivere)? Di questo
passo,allora,anche la vita delle xsone affette da Alzheimer non ha valore o quella di un anziano (tanto,deve solo aspettare di morire) o anche
quella di un bambino di 3 mesi o,ancora di +,quella di un embrione non hanno
alcuna voce in capitolo sulla loro stessa vita,in quanto non produttivi,non
decidenti,ma dipendenti da altri in tutto e x tutto… Non pensano,non
decidono,non consumano,non comprano! E lo stesso dicasi x i tanti che soffrono
di depressione:quanti stanno chiedendo di essere eliminati xché non + capaci di
sopportare quel dolore immenso che hanno nell’anima,xché non trovano neanche un
piccolo motivo x andare avanti x alzarsi dal letto al mattino;e allora? Che si
fa? Si assecondano tutti? O,forse forse,certe volte (non dico sempre,ma molte
volte sì),dietro queste richieste si celano delle grida di dolore e di aiuto?
Quante di queste xsone vorrebbero,invece,rivedere la luce,essere
amate,accudite,sostenute ed accompagnate con amore anche nella sofferenza? Se vedo un
amico seduto sul davanzale pronto a lanciarsi nel vuoto,lo spingo? Sono
autorizzato a spingerlo giù solo xché,in fondo,quella è la sua volontà? Oppure
cerco di farlo uscire da quel tunnel di buio e di dolore in cui è finito? Mhhh….
Quante volte avremmo desiderato morire,sotterrarci e scomparire x non sentire +
il dolore che ci lacerava dentro? Xò,di contro,quante volte,poi,è bastata la chiamata di
un amico o un invito x un caffè,x risollevarci e farci vedere tutto s8 un’altra
luce? Certo,non vorrei paragonare la sofferenza infinita e senza uscita di un
malato in stato vegetativo xmanente o di un cerebroleso con quella di una xsona
che ha dovuto amputarsi un braccio a causa di un incidente,fatto sta che xò la
linea di confine tra ciò che è lecito/morale e ciò che non lo è può diventare molto
sottile ed ambigua… Un caso che può essere di esempio è quello dell’americano Nick
Vuijic
https://www.youtube.com/watch?v=mzeeDjFanCU
nato senza
braccia né gambe e salvatosi xfino da alcuni tentativi di suicidio (e qui,entra
in gioco sempre la stessa domanda:sarà un caso se qualc1/qualcosa non gli ha
xmesso di spezzare la sua vita? avrà avuto una qualche missione da compiere
ancora sulla terra? ebbene sì,ce l’aveva eccome!),avvenuti durante gli anni
della adolescenza,in cui (molto comprensibilmente),Nick faticava ad accettare
la sua condizione ed il suo fisico “difettoso”. Chi l’avrebbe mai detto,all’epoca,che
proprio quel corpo così svantaggiato,così menomato ed “inutile” (2° l’attuale
visione delle cose,un corpo privo di arti non può essere produttivo, o "utile"essendo
incapce xfino di avvitare un bullone) sarebbe stato capace,un giorno,di
diventare un esempio,un incoraggiamento x migliaia di xsone,un trascinatore x
giovani demotivati/scoraggiati? Ness1 avrebbe scommesso 1 $ su di lui,qualunque medico avrebbe suggerito alla madre di abortirlo,eppure… L’accettazione
di sé,dei suoi “limiti” (chiamiamoli così),l’aver smesso di lottare caparbiamente
contro qualcosa che non può essere cambiato,l’essersi “arreso” dinanzi alla
incontrovertibile realtà ha trasformato la sua vita in qualcosa di unico ed
irripetibile (ciò che poi è ogn1 di noi):è questo che accade quando iniziamo ad accettare
qualcosa che ci troviamo “in dotazione”,quando ci “arrendiamo” di fronte a
qualcosa che deve rimanere così com’è e che non può/deve essere cambiata.
Accade che,miracolosamente,iniziamo a capire che quel qualcosa,quel
problema,quella situazione tanto spiacevole e dura da accettare,se è lì,davanti
a noi,ci sta “comunicando” qualcosa,ci sta insegnando a guardare in una
direzione in cui non volevamo guardare,ci sta obbligando a cambiare qualcosa di
noi stessi;xché,senza quel problema,quell’imprevisto,quel difetto,non avremmo
mai considerato un altro punto di vista,né avremmo guardato così attentamente
dentro noi stessi e le nos3 potenzialità. A volte,chissà,anche quel corpo
inerme e “senza senso” (apparente) del malato in stato vegetativo è lì x un motivo:x far riflettere chi gli
sta intorno,x fargli capire qualcosa (xfino di se stesso) e,addirittura,x
incoraggiare chi,pur essendo + fortunato,vorrebbe mollare tutto e buttare all’aria
la propria vita. Quante volte vorremmo arrenderci e scappare,xché ci sentiamo
inadeguati,stupidi,falliti e poi,venendo a contatto con chi veramente soffre,ci
rendiamo conto dei doni e delle potenzialità che abbiamo? Forse,molte tristi
realtà che ci circondano non sono state messe lì senza motivo,ma x mostrarle a
noi che non sempre riusciamo ad apprezzare ciò che abbiamo e siamo.
Riflettendoci,anche senza giungere a casi es3mi,tutti abbiamo sximentato qualcosa di simile:chiunque è stato messo dinanzi a problemi,imprevisti,fallimenti,situazioni buie,x poi,solo dopo,scoprire che anche quel buio aveva un suo xché:magari ci ha fatto riflettere su chi siamo/vogliamo essere,magari ci ha fatto incontrare una xsona importante che poi ha cambiato il corso della nostra vita (quante xsone,incrociate sul nostro cammino apparentemente x caso e senza motivo,si sono poi rivelate fondamentali x la nostra crescita e la nostra trasformazione?) oppure ci ha fatto osservare la vita s8 un'altra luce.
Alla fine,non c'è foglia che si muova senza una ragione.... Non c'è nulla di insignificante o inutile. Figuriamoci se c'è un essere umano che non serva a niente o a ness1.