lunedì 4 gennaio 2021

SIAMO DAVVERO COSI' TANTO + FELICI?

 

Oggi ero in cerca di materiale su cui riflettere/scrivere,quindi mi sono imbattuta in questo film (di cui ho solo visionato alcune scene,ma che troverò assolutamente il tempo di vedere x intero),essendo stata letteralmente rapita dall’anteprima che mi è comparsa su youtube J Appena mi appare qualcosa dagli anni ’50 – ’60,la mia attenzione viene immediatamente attirata da quel “mondo” che ora non c’è più,ma in cui io,in qualche modo (??),vivo.





La differenza coi film di oggi è lampante L e sta soprattutto nelle donne… Cosa troviamo nei film odierni? Semplice:la rappresentazione della donna di oggi,ritratto del fallimento totale,della frustrazione,della solitudine:quante donne veramente felici conosciamo? Quante realizzate appieno e soddisfatte per ciò che hanno? Io poche… ben poche. Diciamo la piccolissima quota che non si è fatta fregare dalle idee strampalate femministe (e dalle mamme 68ine/misandriche/pluridivorziate che quindi le hanno cresciute come delle uome) che le hanno convinte ad essere quello che non sono e a vivere in modo da calpestare la propria natura;quante saranno,in media? Un 10%? Forse. Ma diciamo a stento.

Nei film di 50 anni fa,appariva il ritratto delle giovani donne dell’epoca J donne femminili (cioè,che erano libere di esprimere la propria femminilità,senza sentirsi delle fallite/inutili),che si lasciavano piacevolmente (eh sì,perché non si sognavano neanche lontanamente di accusare il proprio cavaliere di sessismo/maschilismo tossico se apriva loro la portiera dell’auto o se si presentava all’appuntamento con una rosa… no nerano mica sceme come quelle di ora!) corteggiare dai vari pretendenti,donne che non avevano paura di mostrare la propria natura femminile o di iniziare una serena vita matrimoniale in età decente. Quel mondo,quella dimensione passata mi sembra sempre un po’ migliore di quello che viviamo ora,dove dobbiamo nascondere i nostri veri desideri,la nostra natura più profonda,poiché qualcuno (la società iperfemminista in cui siamo immersi fino al collo) ci ha detto che sono sbagliati,quasi da fallite inutili. Le donne di quell’epoca,invece,non avevano bisogno di nascondersi per paura di risultare degli errori umani 😧 tutt’altro. La loro natura le portava al desiderio di esprimere la propria femminilità,la loro unicità e le loro (sacrosante) differenze con gli uomini:nessuna di loro si sarebbe sentita “in colpa” per il desiderio di un uomo protettivo accanto,nessuna di loro si sarebbe mai sentita “oppressa” o sminuita da quello che oggi amano definire l’uomo tossico/patriarcale (che,per inciso,amava proteggere la sua donna e si sarebbe fatto ammazzare pur di difendere la sua famiglia),così come nessuna di loro avrebbe dovuto nascondere il proprio desiderio di formare una famiglia solida e stabile con un uomo che fornisse loro un sostegno,un decente status sociale (care fanciulle,vi do una notizia:anche se vi ostinate a sostenere il contrario,ancora oggi,lo status decente ve lo porta un uomo con le balle esagonali J e sapete perché? Ve lo dico io:perché l’uomo non va incontro alle gravidanze,all’allattamento,né si interessa molto di preparare la torta per il compleanno dei bambini,quindi dedica tutto se stesso alla scalata sociale,fin da giovane),un buon sostegno economico per crescere in sicurezza la loro famiglia (so che vorreste uccidermi adesso),un cognome decente per la propria discendenza (ecco,possibilmente evitando di dare ai propri figli il cognome di qualche pregiudicato o di qualche scaricatore di porto,mettiamola così). Adesso io già conosco i commenti nazifemen tipici,quindi li scrivo qua,così mi porto avanti e loro risparmiano tempo: “Nessuna di noi ha bisogno dei pretendenti,perché sono una cosa vecchia e patriarcale” oppure “Lo status ce lo costruiamo da sole,non abbiamo bisogno di nessuno” o ancora “Questo classismo è sinonimo di razzismo,perché siamo tutti uguali e basta solo stare bene con una personaà balle! Care amiche belle,io inizio a pensare che non crediate neanche voi a tali castronerie che vi ha messo in testa la tv,le riviste patinate (ovvero:pura propaganda misandrica che vi esorta a diventare i nuovi eroi moderni… non so esattamente di cosa,ma vabbè) o la vostra mammina 68ina pluridivorziata/misandrica che odia gli uomini (perché in realtà ne avrebbe un gran bisogno);di pretendenti abbiamo un gran bisogno (e questa è biologia),cosa ampiamente dimostrata dalle vostre coetanee che hanno l’armadietto pieno di antidepressivi già a 30 anni perché si sentono sole. Andate a guardare voi stessi,se non ci credete:troverete tante scatoline con una (e spero vivamente non più di una) di queste sostanze:sertralina,venlafaxina,fluoxetina,paroxetina… Vedete e poi mi date una voce. Questo vuol dire che state insabbiando la vostra natura,senò questo boom di antidepressivi tra donne giovani non ci sarebbe. E poi,tanto per capirci,l’uomo tossico e patriarcale che voi criticate tanto è esattamente quello che desiderate quando dite (più o meno dalle 30 alle 50 volte/die):“L’uomo di una volta non esiste più”,lamentandovi degli smidollati che incontrate (anzi,che vi scegliete,perché po3ste pure evitarli,eh?),visto che non prendono iniziativa,non sono decisi,non vi corteggiano,non sanno cosa vogliono e bla bla bla. Sì,sono quelli proprio. E lo status economico/sociale? “Quello ce lo costruiamo da soleJ eh,come no! Con il lavoretto da 1200 euro al mese con cui non ti paghi neanche una stanza in periferia? Certo,come no. Vi vedo costruirvi imperi da sole stile Donald Trump,ufff! Ci sono svariati motivi per cui questo non accade quasi mai e adesso ve li dico tutti:uomini e donne sono diversissimi e,se l’uomo è tutt’ora quello che costruisce imperi,che scala vette del successo e che dà sicurezza alla famiglia che sta formando (certo,a meno che non decidiate di riprodurvi con il suddetto scaricatore di porto o con un simpatico analfabeta uscito 2 giorni fa di galera),è perché madre natura lo porta a fare questo,vuoi per motivi psicologici/fisiologici (non bisogna essere degli strizzacervelli da premio nobel per capire che l’uomo,durante l’età in cui è meno “appetibile”,quindi diciamo dai 18 ai 25 circa,mette tutto se stesso nella costruzione del proprio status futuro,spinto soprattutto dal testosterone,che lo anima e lo spinge verso la sfida,la competizione… ricordate la storiella del testosterone? E’ sempre la stessa,non è difficile),vuoi per ruolo sociale (sì,care fanciulle,all’uomo fa ancora abbastanza piacere vedere i propri figli crescere in modo decente e non sotto i ponti o vestiti di stracci),ma è questo che fa/vuole. E neanche la balla del “Siamo tutti uguali” mi sono mai bevuta (e io dico che non la bevete neanche voi,solo che sarebbe troppo politicamente scorretto ammetterlo):una donna dell’epoca avrebbe candidamente ammesso di preferire un professionista al suddetto scaricatore di porto,perché è abbastanza ovvio che questo comporta tutta una serie di vantaggi/condizioni,sia in termini sociali che di altro tipo…

Dunque… ma qual è il ritratto della donna che invece ci ritroviamo nei film odierni (intrisi di ostentato femminismo,di donne mascolinizzate ed uomini femminilizzati)? E’ quel modello che spacciano per vincente,liberato (sì,è questo che dicono:siamo state liberate),svincolato da tutto e da tutti,completamente autonomo (they say) ed emancipato J Wow! Detta così,sembrerebbe davvero invitante… Andiamo però ad osservare da vicino e ritroviamo qualcosa di ben lontano da quest’immagine così rosea:ragazze mascolinizzate (non perché lo abbiano voluto loro stesse,ma perché è troppo dura deludere le aspettative di società/amiche/mamme),disorientate,depresse,sole e frustrate,che annaspano in un mare di incertezze anche a 35 anni,che sono state illuse (dal femminismo,of course) di non aver bisogno di nessuno (ma che poi si ritrovano a non poter neanche pagare una stanza da sole),che brancolano nel buio di relazioni improvvisate e inconsistenti,in un mondo dove si è perso il senso del bello,della poesia (che poi loro sognano pure la notte);troviamo donne tutt’altro che felici e sicuramente non più felici delle nostre mamme. Credo che questa sia una delle prime generazioni dove si vedono stuoli di 30 – 40enni così disperate e sole K una pletora di donne così infelici credo non sia mai esistita. Vi siete mai accorti di quanta tristezza c’è in quello che dicono/scrivono le 35enni (e pure 40enni)?

Credete che davvero le nostre madri e nonne,a quell’età,passassero le giornate a struggersi per la solitudine,la tristezza ed il senso di vuoto che “riempiva” le loro giornate? Mi sa di no…

Non voglio dire che tutte fossero felici tutto il giorno tutti i giorni,solo che non c’era questo macigno pesante di insoddisfazione e frustrazione così diffusa sull’80% delle giovani donne dell’epoca.

Le donne di 50 fa,indaffarate com’erano a portare avanti una casa,a curare i loro figli,a seguire e sostenere le carriere dei loro mariti,neanche avevano il tempo per pensare allo sfigato 45nne che le aveva mollate per spassarsela con la cameriera conosciuta in discoteca. Insomma,ancora una volta,mi sento di dire che il cosiddetto progresso femminista,che tutta la “liberazione” e l’emancipazione non abbiano poi portato questi enormissimi vantaggi,a giudicare da come siamo messe al giorno d’oggi 😕

Noi donne non siamo esattamente fatte per le “1 night stand” che vanno così di moda… siamo ben più complicate,diciamo la verità;queste squallide situazioni fugaci non ci bastano e non ci basteranno mai J Abbiamo bisogno di sperare che il tipo della bella serata lo rivedremo pure il giorno dopo (e magari anche il mese e l’anno dopo,se ci ha convinto),abbiamo bisogno di sapere che per quel qualcuno siamo speciali e che la sera ci pensi quando si addormenta (ok,adesso la smetto). Tutto questo teatrino proprio non ci convince… perché non parla di noi.

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