sabato 15 febbraio 2020

NAZIVEGAN ALL'ATTACCO DELLA SPERIMENTAZIONE

tanto per cambiare... siamo alle solite 
oramai,si augurano le peggiori malattie ai ricercatori,a chi passa la vita in un laboratorio per cercare di salvare vite umane.



ma no.... questo non va bene alla loro "etica" (e neanche alla loro ignoranza da capre):quale sarebbe l'etica,allora? sperimentare sull'uomo? sui loro genitori? sui figli? su chi (o su cosa?)? su un pomodoro? su un tavolo?
si aggrappano alla sperimentazione in vitro,senza neanche sapere cosa sia e senza sapere che è certamente necessaria,ma non sufficiente;e senza sapere che questa fase comprende anche i test sugli organi isolati (prelevati dagli animaliguarda un po'!),perché,cari nazivegan,il principio attivo può essere fantastico e funzionantissimo sul tessuto o sull'organo,ma essere pessimo sull'organismo intero!
che facciamo,lo somministriamo ad un essere umano che poi muore di epatite fulminante dopo 1 h? per la serie:"il farmaco funziona,ma il paziente è morto
ma state fuori??!+
sono arrivati a dire che allora si potrebbe testare sui detenuti (e magari ci mettiamo pure i senzatetto e i disabili,no?),ma questo sarebbe assurdo sia dal punto di vista etico (il detenuto è comunque un essere umano,che ha sbagliato,ok,ma il suo percorso di "anima" non possiamo conoscerlo,non sappiamo se evolverà,se diventerà una persona migliore di me e di tutti noi messi insieme),sia dal punto di vista proprio pratico/scientifico:le cavie hanno innanzitutto vita più breve dell'essere umano,cosa che consente di vedere gli effetti a lungo termine di quello che è stato loro somministrato e poi,in secundis,gli animali usati per la sperimentazione sono cresciuti tutti nelle stesse condizioni (quindi:stessa alimentazione,stessa temperatura,stesse abitudini di qualsiasi genere),hanno la stessa età,hanno tutte le stesse condizioni fisiche (cosa molto importante anche quando bisogna indurre delle malattie in essi! se si induce uno stato patologico e ce n'è già un altro in atto,il quadro generale non sarà più lo stesso e gli effetti visti dopo la somministrazione non si saprebbe più se sono da attribuire al farmaco o alle condizioni precedenti dell'animale),hanno avuto lo stesso cibo e così via. conoscere nei minimi dettagli la storia pregressa di un essere umano non sarebbe possibile,né sarebbe utile lavorare su organismi aventi storie/condizioni tanto differenti:uno è più anziano,uno è fumatore e l'altro è un salutista,uno segue un'alimentazione sana e l'altro mangia solo patatine fritte,uno lavora in miniera e si alza alle 4 del mattino (quindi ha una costante concentrazione ematica di cortisolo molto alta per lo stress) e l'altro svolge il suo bel lavoro da intellettuale;si potrebbe andare avanti all'infinito.
come si potrebbe mai sperimentare con condizioni di base così differenti? non sarebbe più come dipingere su una tela bianca,ma sarebbe spargere vernice ogni volta su una tela diversa,per colore,per rugosità,per consistenza... 
e poi,mettiamoci pure il fattore etico,che non è da poco...

il punto,come al solito,sapete qual è? che la vita di un essere umano vale più di quella della cavia o della scimmia....
mi dispiace,ma l'etica di cui vi riempite la bocca dice esattamente questo:non hanno lo stesso valore,non potete mettere sullo stesso piano una persona e il topo.
perciò non ci capiamo...
e poi dovreste iniziare a dare il buon esempio per primi:rifiutate le cure,pure se siete in fase terminale,per voi e per i vostri cari;rifiutate anche di prendere un'aspirina,rifiutate gli antibiotici,anche se rischiate una setticemia.
date il buon esempio.
e,se vi resta del tempo,offrite anche una buona alternativa alla scienza... dite come bisogna testare questi benedetti farmaci.